di Alessandro Turra

Quelle 2 o 3 persone che per qualche fortuito caso della vita hanno avuto modo di seguire le mie precedenti gesta da blogger conoscono la mia sensibilità per gli oggetti mutanti e il cosiddetto life hacking, ovvero la capacità di trasformare le cose che ci circondano cambiandone la natura ed aumentandone così il valore d’uso.

 

È il mondo delle graffette che diventano sistemi per bloccare le lattine nei frigoriferi, mondo che da tempo influenza i designer, sempre più orientati a proporre complementi d’arredo che formalmente sono una cosa, ma che funzionalmente sono tutt’altro  (per banalizzare, parlo dei telefoni che in realtà sono lampade o delle forchette che sono anche cucchiai ).

 

Questo trend sta influenzando anche il marketing ed è molto interessante vedere come anche gli “oggetti di marketing” diventano supporti mutanti per iniziative multi canale.
Un’esperienza molto interessante è quella di Pepsi Co., da sempre molto avanti nell’utilizzo delle nuove tecnologie, che ha trasformato i distributori automatici per ambienti pubblici, in uno strumento per fare social engagement e viral marketing.

 

Le vending machine Pepsi da qualche anno sono diventate oggetti mutanti , perché non vendono solo lattine, ma sono attrezzate per interagire con il pubblico: rilevatori di presenze invitano ad interagire con la macchina e, nel caso di alcune applicazioni, permettono di regalare a un amico (non presente) una bevanda.

 

Chi lo desidera, grazie a questo link potrà vedere un video che mostra il funzionamento della macchina, ma la cosa che mi interessa di più è mostrare come la mutazione di questo oggetto ne cambia il ruolo all’interno del marketing mix.

 

Per regalare una bevanda a un amico, il cliente paga al distributore automatico e può registrare (grazie alla web cam presente sulla macchina) un video messaggio.

 

Il sistema richiede il numero di cellulare dell’amico e invia un SMS che comunica il regalo e invita ad andare a un distributore automatico per ritirarlo.

 

L’SMS fornisce all’amico un codice da inputare nel distributore automatico grazie al quale, oltre ad ottenere la bibita, è possibile vedere il video messaggio.

 

Direi un’idea bellissima, che ha mutato il ruolo della vending machine e a cui mancava solo l’integrazione con i social media.

 

Ma per ogni buona idea c’è sempre una Fase 2 e nel 2013, Pepsi ha lanciato una vending machine che ti regala una lattina se fai “like” sulla pag Facebook di Pepsi.
La macchina, destinata all’utilizzo in eventi con un’elevata concentrazione di giovani (es: concerti) utilizza la piattaforma interattiva che nell’altro caso permetteva di mandare i regali agli amici per collegarsi alla propria pagina Facebook, fare “Like” e ricevere immediatamente una lattina.
Una mutazione nel ruolo dell’oggetto che aggiunge un grande valore a una normale azione di sampling: non mi limito a regalare bibite, ma so chi ha avuto il mio prodotto, quale ha scelto e soprattutto creo, grazie a Facebook, un contatto continuativo con queste persone.

 

Oltre alla spettacolarità, la cosa interessante di tutto questo è il cambiamento funzionale che si traduce in un grande aumento di valore nel processo di marketing, ma – mi viene da dire – soprattutto la semplicità: non ci vuole molta tecnologia per collegare la vending machine a Facebook, ci vuole soprattutto la capacità di pensarlo e la volontà di farlo.

 

Questo è lo stimolo con cui chiudo questo post: quanti sono gli strumenti di marketing che abbiamo in azienda e che possono essere ripensati funzionalmente attraverso la coniugazione con qualcos’altro? Quanto valore possiamo erogare nel nostro lavoro guardando in un altro modo cose che abbiamo già a disposizione e trasformandole?

 

Quale sarà il prossimo  oggetto di marketing mutante dopo il distributore di bibite social?

 

Condividi
  •  
  •  
  •  
  •  
  •